lunedì 30 luglio 2012

Appunti sui 47 Ronin

Avete già potuto ammirare alcuni degli studi che il mio collega Emanuele Tenderini ha realizzato per il nostro progetto "47 Ronin" e, forse, qualcuno di voi è andato anche a vedere il blog sul progetto che, tra i partner, vede l'Università di Ca' Foscari di Venezia, per la precisione il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Europa Mediterranea (eccolo per chi ancora non è andato a vederlo: http://virgo.unive.it/progetto47ronin/).
Questa sera non posterò dei nuovi studi, ma delle foto, ognuna con il proprio significato.

Quando mi è venuta l'idea correva l'anniversario della morte del grande scrittore Mishima, fu questo che mi fece scattare una fame di sapere che mi portò a conoscere la vicenda dei 47 Ronin e ad immaginarla illustrata come solo poteva fare Emanuele.

Lo scrittore Yukio Mishima

Eccomi quindi al lavoro su questo incredibile progetto, a scrivere, pensare e a raccontare una storia. Se mi dovessi domandare cosa significa raccontare una storia penso che potrei paragonare il lavoro su di una storia ad un viaggio.
Allora voglio paragonare il progetto "47 Ronin" ad un viaggio alla scoperta della cultura, della storia, dei colori e della poesia del Giappone. Magari passando per Tokyo ed arrivando a Kyoto. Magari mentre il suolo di queste città vengono ricoperte di neve. D'inverno. Come quando avvenne il fatto.

Kyoto, Giappone

Raccontare significa seguire un percorso, più o meno programmato in partenza, ma che nasconde anche degli imprevisti, alla ricerca di vedere, sapere e conoscere di più su quello che si sta osservando per la prima volta. Significa farsi emozionare da quello che si incontra. Conoscere e capire quello che si ha davanti, scolpirlo nel proprio io.
Fotografare, sicuramente, e prendendo appunti, inevitabilmente. Tanto più che va così di moda in questi ultimi anni che non posso fare a meno anch'io di avere il mio personalissimo carnet de voyages. Scelto con cura, eh. Carta originale giapponese per le sue pagine bianche cha andranno giorno dopo giorno riempite (senza alcuna velleità artistica!).

Il mio carnet de voyages
Cacciare. Si, ho detto proprio cacciare e non parlo di selvaggina, ma di andare a caccia di qualsiasi materiale audio-video-carta e chi più ne ha più ne metta, di documentazione utile.
Andare a caccia anche di luoghi.

Andrò in questo posto, ma non chiedetemi dov'è o cos'è. Lo scoprirete poi...

Insomma, scrivere una storia significa compire un viaggio dentro di sé, ma significa a volte anche compire un viaggio materiale alla ricerca di qualcosa.

Bene. A dicembre sarò da te per scoprirti, ammirarti, per fare amicizia: Giappone, presto ci conosceremo.

2 commenti:

  1. Bel post, bel progetto, beissimi gli studi di Emanuele, bello il carnet de voyages da riempire. Non so te ma ultimamente ho notato che quando penso al Giappone mi cresce dentro una confortevole sensazione di "casa" (non saprei usare altro termine), anche se non ci sono mai stato, anche se dista tantissimo da qui. Forse perché una parte importante di me è cresciuta con gli anime degli anni Ottanta ed è rimasto un luogo quindi legato alla mia infanzia, anche se indirettamente... e ora che lo sto riscoprendo con autori come Jiro Taniguchi e Hayao Miyazaki (solo per citarne un paio e i più noti qui da noi) compare quella bella sensazione... e viene immediato il riallacciarmi alla mia infanzia.

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  2. Hai ragione fede! penso che il Giappone abbia "toccato" veramente tutti noi attraverso gli anime! Non vedo l'ora di andare in "missione" e tornare con tante cose in più sia dentro che... nello zaino! :)))

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